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GLI EMOJI NELLE LEZIONI DI INGLESE. I NOVE MODI D’USO PIÙ FREQUENTI.

Aggiornamento: 14 ago 2018

Chiunque abbia detto che per imparare le lingue bastano un buon libro o manuale di grammatica insieme a lezioni e video, oggi come oggi può anche sbagliarsi............. eh sì. Analizzando la questione più a fondo, ci si rende conto che lingua e linguaggio non solo evolvono giorno dopo giorno, ma che questa evoluzione può dar vita anche a nuovi metodi di apprendimento linguistico; uno di questi fa riferimento alla tendenza attuale del linguaggio giovanile scritto quali gli emoji o emoticons o per meglio dire "faccine" usate nelle chatlines, tra cui Facebook, Messenger e Whatsapp! Ed ora scopriamo, grazie a questo articolo da me tradotto, come si impara una lingua studiando con gli emoji e dove oramai si trovano.....perfino nei film.



Test ed errori…..più una lieve ossessione verso gli emoji, hanno permesso a Colm Boyd, insegnante di Inglese al British Council di Barcellona, nonché scrittore di materiali per l’apprendimento, di creare queste piccole pillole a chi insegna Inglese.


In questo articolo ci sono anche consigli utili su come usare internet in classe. Si raccomanda, inoltre agli insegnanti di osservare i 360 strumenti online sicuri per il ripasso personale, in modo tale da garantire un buon approccio scolastico alla sicurezza in rete.


Ci sono circa 2000 emoji sparsi in ogni lezione 😉


Le attività con gli emoji si azionano meglio quando, in una classe, ve ne è una limitata selezione di 20 o 30, forse. Per evitare ulteriori confusioni, questa selezione dovrebbe includere un nome per ciascun emoji, come ad esempio: faccina con lacrime da risata!

Ecco a voi un depliant[1] con gli emoji e i loro nomi, insieme a pochi consigli utili per approcciare gli apprendenti ad una selezione ed attenzione:

· Illustrate gli emoji[2] su lavagna o LIM.

· Create un depliant facendo copia/incolla (ed eventualmente disegnando) dai 20 ai 30 emoji inserendo anche i loro nomi ufficiali.

· Stampate e ritagliate delle card illustrative degli emoji e delle relative denominazioni.

· Comprate delle carte da gioco in versione emoji tipo le UNO o le TOP TRUMPS[3]. Se ne trovano tante nel commercio online, adesso!


Scegliete un’area di linguaggio specifica!

Potete usare gli emoji come pratica per diverse aree di linguaggio, ma è richiesto un focus[4] di pre-insegnamento o di stimolo interesse per l’attività nella lingua di arrivo. Ecco a voi alcuni esempi:

· Aggettivi di sensazione o personalità: la faccina con le guance rosse (l’emoji o emoticon, in Italiano “faccina”) indica che chi invia il messaggio sente imbarazzo.

· Espressioni idiomatiche per descrivere sensazioni: la faccina con le lacrime da risata significa che il mittente sta ridendo a crepapelle!

· Descrizione della fisicità e dell’espressione facciale: la faccina con le guance rosse che sorride imbarazzata.

· Narrazioni di storie immaginarie relazionate agli emoji: Farah ha inviato a David una faccina con gli occhi rotanti visto che lo stava aspettanto da 20 minuti e si stava spazientendo.

· Tempo presente ed espressioni di routine degli apprendenti, da loro poi trasposte negli emoji che usano abitualmente. Ad esempio: Io sto inviando sempre l’emoji con il pollice alzato. Probabilmente perché la uso poche volte al giorno!


Scrivete una conversazione con gli emoji

Per un’attività di scrittura impegnativa, non c’è niente di meglio di un dialogo scritto in “emoji”. Gli apprendenti lavorano a coppie e come prima cosa, scelgono cinque emoji ciascuno. Il compito è quello di inventare una conversazione, inserendo un emoji in ogni messaggio. Esempi:

· L’apprendente A prende una faccina molto stanca[5]: Sabine, penso di aver dimenticato le chiavi un’altra volta (inserisce faccina stanca nel messaggio scritto).

· L’apprendente B: Teo, è la terza volta questa settimana. Sei veramente sbadato! (faccina con gli occhi rotanti).[6]

L’opzione anti-tecnologica sarebbe quella di fornire agli apprendenti dei fogli con dei fumetti[7] mentre loro scriveranno i dialoghi e disegneranno gli emoji. Se la vostra classe avesse accesso agli smartphones, potrebbe creare i dialoghi su Whatsapp, fare uno screenshot e inviarlo via mail all’insegnante. Se, invece, avessero tablets e personal computer (detto anche laptop, termine anch’esso trasferito dall’Inglese all’Italiano) potrebbero completare i loro dialoghi usando dei template da Word o Google Docs.


Scrivete una traduzione emoji

I vostri apprendenti sfruttano l’immaginazione per creare ed inventare una storia con i verbi narrativi? Gran bella idea è quella di mostrare loro una storia interamente scritta “in emoji”, per poi chiedere di tradurla in lingua originale.

Ci sono emoji di film famosi, perfette per la traduzione in Inglese. Una volta acquistata familiarità con gli emoji, se ne prendono in uso sempre di più. Chiedete di scrivere le loro storie “in emoji” (su smartphone, tablet e laptop oppure disegnandoli) per poi darle agli altri compagni affinché le traducano.


Prendete lezioni online con Bitmoji

Bitmoji permette a chi apprende di personalizzare i propri avatar, che di solito li rassomigliano. Il valore aggiunto di Bitmoji è che le sue immagini contengono slang e slogan[8] in Inglese. Ad esempio, un tipico saluto Bitmoji potrebbe essere: How’s it hangin? (Che ti prende?). Se gli apprendenti hanno accesso a smartphones e tablets oppure laptops, Bitmoji è un eccellente strumento per estendere il proprio lessico ed espressioni idiomatiche per mezzo di dialoghi e storie da creare, come accaduto nelle attività precedenti.


Scrivete un’interpretazione di video emoji

Gli apprendenti più giovani (e non solo) possono tradurre una storia dai video emoji in parole. La Disney produce delle serie Youtube denominate “As told by emoji” (Raccontato dagli emoji) che riprendono i racconti di storie e film quali Frozen o Aladdin. Per gli apprendenti di livelli più basilari, si preparano sintesi brevi e disordinate dei corrispondenti film Disney. Poi si chiede loro di guardare i video in emoji e poi di riordinare correttamente la sintesi.

Un’altra opzione è quella di pre-insegnare il lessico essenziale e i nomi dei personaggi più importanti dei film. Poi, si chiede di lavorare in coppie o in gruppi guardando i video emoji sugli smartphones ed infine di scriverne le storie corrispondenti.


Raccontate storie a catena

Se siete alla ricerca di una normale attività di conversazione, le storie a catena sono una scelta affidabile. Un apprendente dice una frase per iniziare una storia, un altro poi continua con un’altra frase…..e così via.

Con una chain story emoji, un’immagine emoji dovrebbe essere di ispirazione per ogni nuova frase. Questo vi è più facile se usate 20 o 30 card con emoji. Le card emoji sono messe faccia in giù in mezzo al gruppo degli apprendenti, poi ciascuno di loro seleziona a caso, una card e crea una frase come accade nei seguenti casi:

· Apprendente A: (prende un emoji risata) Alberto si sentiva estremamente felice perché ieri era il giorno del suo matrimonio.

· Apprendente B: (prende un emoji di rabbia)……Ma improvvisamente si sentì davvero furioso quando si rese conto che il suo amico aveva dimenticato di portare le fedi alla cerimonia.

Se non avete card con emoji, potete illustrare 20 o 30 emoji sulla lavagna ed eliminarli man mano che gli apprendenti li usano nelle storie a catena.


Gioca al Taboo per incrementare lo speaking[9]

È un’altra attività veloce, semplice e pratica.

Chi sta apprendendo, lavora con una selezione di 20 o 30 emoji che potrebbero di nuovo provenire dalle cards, da un depliant oppure immagini alla lavagna. Ogni apprendente ha un tempo limitato per descrivere un emoji ai loro compagni di squadra….ma senza usare le parole del taboo. I compagni di squadra devono indovinare l’emoji corretto.

Per i livelli più bassi, le parole del taboo potrebbero essere il nome ufficiale dello stesso emoji. Per esempio, per gli emoji dei “due cuori” non possono menzionare le parole “due” o “cuore”.

Per i livelli più alti, invece, le parole del taboo potrebbero essere nominativi di colori, parti del corpo oppure gli aggettivi delle sensazioni, se la classe vuole una sfida. In tal modo gli studenti dei livelli più alti devono usare l’immaginazione quando descrivono.


Fate un survey[10]

Per esperienza, gli apprendenti amano parlare dell’uso che ne fanno degli emoji. Per trarre vantaggio ed interesse è meglio far si che gli studenti raccolgano dati, programmando e conducendo un survey emoji per la classe. Loro decideranno quali domande inserire.

Eccovi alcuni suggerimenti. Gli apprendenti possono usare lo smartphone, se necessario.

· Quali emoji avete usato più di recente?

· Quanti emoji avete incluso nell’ultimo messaggio inviato?

· Nominate un emoji che non usereste mai e perché.

Dopo aver programmato il survey ed essere intervistati, gli apprendenti possono compilare un grafico o fare un reportage sulle abitudini emoji della classe.


Attenzione: preparatevi ad un’abbondante pioggia di emoji!!!


TRADUZIONE English>Italian DELL’ARTICOLO: Nine ways to use emojis in the English classroom.

[1] Handout si traduce come depliant oppure opuscolo. Per rimanere fedele alla mia lingua, oltre che al testo originale ho voluto tradurre la parola handout in Italiano, nonostante “handout” sia ormai usato anche nella nostra lingua.


[2] Gli emoji, detti anche “emoticons” o “faccine” sono oggi molto in uso nel linguaggio giovanile Italiano e globale. (NdT)


[3] Le TOP TRUMPS sono carte da gioco a tema (per es. automobili, aeroplani, dinosauri o personaggi famosi) utili per imparare il lessico e i nomi.


[4] Con “focus” si designa un argomento specifico con indagine su un argomento di rilevante importanza.


[5] In Inglese si dice “weary emoji”.


[6] “Eye-roll emoji” in lingua Inglese.


[7] In Inglese “speech bubbles”.


[8] Si pensa che la parola “slogan” sia Inglese, ma non è vero. Infatti l’equivalente inglese di slogan è “catchphrase”.


[9] Il Taboo è un gioco per esercitarsi nel lessico e nella conversazione. https://atlaslanguageschool.com/taboo-practise-your-english-with-games/


[10] Indagine/intervista e raccolta dati su quanto appreso dagli studenti per riscontarne la preparazione.

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