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LA B E LA V SI PRONUNCIANO UGUALI “A ver” e “haber” suonano uguali. Basta usarli bene.

Aggiornamento: 29 gen 2018


Regole di pronuncia di lingua spagnola: come si pronunciano la B e la V? Scopriamolo nella traduzione di questo articolo :)



La gente ripone fiducia smisurata nelle “lettere”. E non mi riferisco a quelle della banca, ma a quelle dell'alfabeto. E' grande tentazione pensare che ogni lettera equivalga ad un solo suono (basta pensare, con sorpresa, alla ge di GATTA e di GIGANTA)1 o che se due lettere hanno uno stesso suono sarebbe corretto diversificarle. Cerchiamo una spiegazione a questa cosa apparentemente superflua e arriviamo alla questione della b e della v, e a tuo cugino che durante la cena di Natale si impegnò a difendere lo Spagnolo vero2 (come se esistesse) dove pronunciare “tuvo que instalar un tubo” (in italiano: dovetti installare un tubo) vuol dire dover differenziare il suono della b e della v. Andiamo con gli argomenti di contrattacco. Lo spagnolo, come tutte le lingue che derivano dal latino, si scrisse ereditandone più o meno gli usi. Se in latino dicevano mensa era per complicarci la vita nel castigliano, scrivendo mesa con tutt'altre lettere. Le abitudini d'uso dello spagnolo divennero regole quando dopo la fondazione della RAE (Real Academia Espanola) nel XVIII secolo, si andò stabilendo un'ortografia che finì con il divenire ufficiale a metà secolo XIX. In questa ortografia erano incluse due lettere: la b e la v, già esistenti in latino. Quando la RAE diede vita all'ortografia ufficiale della lingua spagnola, distribuì quelle lettere riferendosi di base al latino: pose la v dove già esisteva in latino (vivir, vino) e lo stesso accadde con la b (beber) anche dove esisteva una p tra le vocali (CABEZA da captitia).

NOTE:

1 Ho lasciato la pronuncia originale spagnola perché si riferisce a come la g si pronuncia in Spagnolo.

2 Español-de-verdad-del-bueno è riportato sul testo originale, ma io ho riprodotto il senso significativo.


La b e la v si pronunciano diverse?

In radio, fino agli anni 70 buona parte dei locutori 3 davano esempi di distinzione tra b e v. Nell'ambito meno mediatico, molti di noi a scuola avevano maestri intransigenti che nella lettura insegnavano a distinguere la v dalla b e più che pedanti erano benevoli perché pronunciavano devanadera (dipanatoio/arcolaio) come defanadera per aiutarti a superare il dettato. Però questi erano impegni nati da un'idea base, una falsa credenza secondo cui ad ogni lettera corrisponde un suono e questa capacità della norma grafica di influire nei modi di pronunciare, la vediamo anche in altre abitudini documentabili nello spagnolo. E' quello stesso fenomeno per il quale alcuni si impegnano nel pronunciare la pe di psicologo (che è difficile). NOTA:

3 LOCUTORES nel testo originale. Si riferisce a chi parla in radio e che ora sono detti SPEAKER.



Vi erano a volte differenze tra b e v? In latino esistevano la be (bibere>beber) e la u o v (lettere equivalenti). Oggi ci è chiaro che vi del verbo ver ha una V consonante e hui (preterito del verbo huir=fuggire) ha una U vocale, anche se in latino sia l'una che l'altra si pronunciavano come una U vocale e si scrivevano allo stesso modo perché avevano la stessa pronuncia. Intorno al I secolo D.C., questo suono vocalico iniziò a diventare consonantico. Di fatto una satira che circolò alla fine dell'Impero Romano, favorì il cambio di sperimentazione del suono u davanti a vocale come in: Bibere hispani quibus bibere vivere est (beati gli Ispani, quelli che vogliono bere e vivere). Da questa frase si possono trarre due conclusioni: la prima è che alla gente dell'Hispania piaceva un sacco prendersi un vinello appena scesi dalla quadriga 4; la seconda è che il “vino” non si pronunciava più uino ma come un qualcosa di simile a /bino/ perché l'identificazione bibere di beber=vivere era alla base della satira. Quando nel Medio Evo sorse il Castigliano, la b e la v si pronunciavano già identiche, proprio come oggi. Certo è che le lettere b e v possono battere con due suoni diversi, ma sono rappresentati con la stessa lettera. Sia la b che la v ammettono due suoni diversi nello spagnolo di oggi “impercettibili” per i parlanti, a meno che non abbiano la fortuna di essere filologi. Quando una consonante come quella che scriviamo con b rimane tra due vocali si pronuncia con un suono più soave (fricativo) ed è il secondo suono di VIVIR e BEBER; mentre quando una labiale è all'inizio assoluto di una frase o dietro a consonante nasale (come N e M) il suono è più forte (occlusivo). Se dici vaca in modo isolato, la v suona come occlusiva, ma se dici la vaca il suono è fricativo. Non dipende dalla lettera, ma dalla posizione.


La v del castigliano talvolta suona come quella del francese o dell'italiano? In nessun caso appare spontaneamente nello spagnolo il suono della v francese o italiana, come succede per alcuni cantanti. Questa pronuncia (labiodentale) è nel catalano parlato nelle Baleari e in parte nel valenciano, così come in alcune zone rurali della Catalogna. Accade anche nel Paraguay per influenza del guaranì.5 C'è chi pensa di sì, perché di tanto in tanto ritroviamo in manoscritti antichi festir e profecho. 6 Se la labiodentale è esistita, altro non era che una variante periferica della fricativa, vale a dire che non la presero tutti i castigliani, e se alcuni lo fecero la impiegavano con distribuzione diversa a quella che oggi diamo alla b e alla v. Ovvero la mettevano in parole come amaba o escribo, scritte nel Medio Evo con U, V e pronunciate, come oggi, fricative. Allora, a parte i cantanti che dicono “nos famos a querer” (nos vamos a querer) ce ne sono ancora altri che le pronunciano come labiodentali nello spagnolo attuale? Sì, però sono realizzazioni e non propriamente insolite. In Andalusia, dove tutte le S finali di sillaba o di parola si alterano, la S posta davanti ad un suono labiale si realizza come labiodentale; ad esempio las bragas diventano qualcosa tipo las fragah e resbalar diventa refalar. Tale variante ha a che vedere con la S e non con la B/V. Malgrado quanto detto, ci sarà sempre qualcuno che continuerà, confidando in gran misura, in qualcosa tanto convenzionale come le lettere e che dice, dentro di sé: non mi fido molto. Se due lettere sono diverse non si pronunciano uguali. C'è anche tuo cugino, con la coppa di calcio, sicuro che non devono essere pronunciate diversamente. Per questo ricorro ad un giuramento: giuro che b e v (be y uve) si pronunciano uguali; parola di filologa.

4 Cuadriga>Italiano QUADRIGA era un carro trainato da quattro cavalli.

5 Il guaranì è un'antica lingua indigena parlata verso il V secolo (400 d.C.) dagli indigeni del brasile Meridionale, Paraguay e zona del Mato Grosso (Argentina del Sud).

6 Festir e profecho=Vestir e provecho.


TRADUZIONE DALLO SPAGNOLO ALL'ITALIANO DELL'ARTICOLO "TE JURO QUE LA B Y LA UVE SE PRONUNICIAN IGUAL" di Lola Pons Rodríguez tratto dal sito: https://verne.elpais.com/verne/2018/01/14/articulo/1515946828_423969.html

a cura di: Francesca Bruno.


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