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MIRACOLO IN NICARAGUA: LA LINGUA DEI SEGNI. Come è stata creata grazie ai bambini!

Come già detto in uno dei post precedenti: non esiste solo una comunicazione verbale, ma anche quella non verbale. Tale discorso, a quanto pare, non vale solo per la comunicazione, ma anche per la lingua e ci viene dato l'esempio da una che fino ad ora non era stata tenuta in considerazione e che, anzi, ne era del tutto sconosciuto l'insegnamento: la Lingua dei Segni che, nata negli stati Uniti intorno agli anni 60, ha conosciuto nel tempo diverse varianti e tra queste quella sorta in Nicaragua negli anni 80 e della quale si parlerà in questo post, rappresentandone la novità nel campo dell'insegnamento!

È avvenuto per gioco!

Fra tutti i cambiamenti subiti dal Nicaragua, in seguito alla caduta del regime di Somoza nel 1979, per via del fronte Nazionale dei Sandinisti,[1] il meno anticipato fu, forse, quello della nascita di un linguaggio del tutto nuovo! La lingua dei Segni Nicaraguense è l’unica creata spontaneamente e senza alcuna influenza di altri linguaggi, come accaduto ad altre lingue fin dalla loro nascita. Deriva, inoltre, da un periodo di disordine civile e sono stati i bambini a crearne la grammatica, il lessico e la sintassi, invece dei politici.


Non appena il Fronte Nazionale Sandinista guadagnò potere, essi si sono buttati in quel che si dice, “una crociata letteraria” sviluppando programmi per la promozione della padronanza di lettura in lingua spagnola. Una simile iniziativa ha favorito l’apertura nel quartiere San Judas a Managua, della prima scuola pubblica per l’istruzione ai sordomuti: il Centro Educativo Speciale Melania Morales. Secondo Ann Senghas, docente di Psicologia al Barnard College e studiosa della Lingua dei Segni Nicaraguense, si tratta della prima volta in cui si riuniscono così tanti bambini, nella storia del Paese.


Questi bambini che raggiungono fasce di età fino ai 16 anni, non hanno esperienza con la Lingua dei Segni, al di là di quella che usano in famiglia per comunicare ampi concetti. La “Lingua Americana dei Segni” che esiste fin dai principi del diciannovesimo secolo, è usata in tutte le Americhe ed è spesso considerata come la “lingua franca” dei sordomuti, la cui prima lingua dei segni è quella nazionale e/o regionale. La prima scuola Nicaraguense per sordomuti non utilizzava la Lingua Americana dei Segni, ma focalizzava sull’insegnare ai bambini come decifrare la lettura sulle labbra della lingua Spagnola. Tale strategia educativa conosciuta come “oralismo”[2] è stata oggetto di numerosi dibattiti tra cui, il più accanito, negli Stati Uniti patria della Lingua dei Segni Americana (sigla: ASL=American Sign Language). Nell’arco del ventesimo secolo, alcuni sostenitori dell’educazione sordo-muta credevano che il dialogo attraverso la lettura delle labbra avrebbe beneficiato ai sordomuti più della comunicazione manuale con la Lingua dei Segni. Imparando l’Inglese in questo modo, gli individui sordomuti sarebbero stati capaci di inserirsi a pieno titolo, nella società americana.


L’immersione dei sordomuti nell’Inglese- con lo scopo di stoppare le differenze con la popolazione Americana- è stato uno sforzo di grande progettazione, come quella di un ingegnere! Tra i grandi progettatori vocali per sordomuti c’è stato anche l’inventore del telefono Graham Bell. Bell sostenne che se ai sordomuti era permesso di comunicare per mezzo della lingua dei segni, il loro isolamento dalla comunità udente avrebbe condotto all’aumento di matrimoni tra sordomuti, e di conseguenza ad un aumento della popolazione sordomuta.

“Bell credeva che l’oralismo permetteva loro di lasciare quei parametri culturali ed educativi ed essere ampi partecipi della società”- scrive Brian H. Greenwald, professore di Storia all’istituzione dei sordomuti dell’Università di Gaullet. Come ha notato Greenwald: “Bell ha usato l’oralismo come forma di assimilazione ed era una strategia con cui Bell stesso sperava di poter eventualmente sradicare il mutismo nella società americana”!




A Managua, nel 1980, anche dietro influenza dei progetti per sordomuti, i Sandinisti davano importanza all’alfabeto Spagnolo, risultante dall’immersione degli studenti sordomuti nel parlato e nella scrittura dello Spagnolo. Però, mentre la scuola insegnava- ai bambini sordomuti- determinate regole linguistiche, al di fuori essi sviluppavano di già i loro metodi di comunicazione con i segni, in maniera del tutto naturale e spontanea.

Gli studenti più grandi e più giovani, seguono dunque orari scolastici diversi in classi separate; sugli autobus e nei campi da gioco i bambini iniziano subito a selezionare le “convenzioni” necessarie per le parole da esprimere. -“Tali convenzioni avvengono quando una comunità di parlanti, che a casa potrebbe avere vari modi personali di esprimersi, per riferirsi ad un oggetto o un’azione, iniziano a ridurli, sostanzialmente, ad uno solo”. “Così inizi a costruire il tuo vocabolario”- dice James Shephard-Kegl, co-direttore del progetto della Lingua dei Segni Nicaraguense ed amministratore di alcuni programmi di potenziamento del linguaggio dei segni per la comunità sordomuta del Nicaragua.

“Tutte le lingue hanno grammatica e sintassi, ma i primi allievi della Scuola per Sordomuti di Managua non sapeva come tale linguaggio si veicolasse, perché avevano vissuto in modo completamente isolato dal linguaggio scritto, parlato e dei segni da tutta la vita”, aveva notato Shephard-Kegl. Quando i bambini interagivano, invece di adattare i segni per modellarli in base ad un linguaggio esistente, sviluppavano ciascuno qualcosa di unico. Mentre i bambini più grandi avevano più esperienza di vita, erano quelli più piccoli a guidare, per davvero, lo sviluppo del linguaggio. “Quando si cresce, si tende a far diminuire gli istinti linguistici”- come Shephard-Kegl sostiene. La maggior parte dei bambini più grandi non generavano una grammatica, mentre i più piccoli lo facevano; quindi i grandi copiavano la grammatica fatta dai piccoli!

Nessuno sa quanti individui sono necessari per dare origine ad un nuovo linguaggio o quanti di essi devono essere necessariamente ragazzini. Shephard-Kegl ha detto anche che i programmi istruttivi per sordomuti su piccola scala, erano esistiti in Nicaragua già prima del ventesimo secolo, ma il punto critico è che il popolo Nicaraguense ha iniziato a sviluppare una propria Lingua dei Segni soltanto con l’apertura del Collegio Melania Morales.


Nel giro di pochi anni, insegnanti ed educatori riconobbero che qualcosa di incredibile stava accadendo in quella scuola, e fu per questo che nel 1986, il ministro dell’Istruzione del Nicaragua invitò la linguista Judy Kegl a visitare la scuola come consulente educativa per l’istruzione dei sordomuti.

Senghas scrisse, nella sua dissertazione di dottorato del MIT, del 1995, dal titolo: Children’s Contribution to the Birth of Nicaraguan Sign Language che sia per Kegl, che per gli altri linguisti che l’hanno accompagnata dopo la visita iniziale, l’opportunità di studio ed identificazione della Lingua dei Segni Nicaraguense era “estremamente rara”.[3] È stata un’opportunità per molti di assumere la proprietà della Lingua dei Segni Nicaraguense, fin da quando è nata nel 1980 e fin da quando i ricercatori hanno avuto l’accesso diretto alle videocamere per poter registrare, con accuratezza, cosa accadeva esattamente. “Per quel che so”- Senghas scrive- “non c’è stato altro caso di linguisti che abbiano registrato direttamente la nascita e l’evoluzione di un linguaggio su ampia scala”.


Non è per dire che non siano mai esistite altre comunità della Lingua dei Segni, perché il mondo linguistico è ricco e variegato, per cui esistono varie forme e comunità anche per la Lingua dei Segni! Per quella Americana dei Segni ed anche per altre molto in uso, quale quella Cinese ed Indo-Pakistana che hanno delle storie di lunga data ed erano accessibili alle famiglie sordomute e alle istituzioni nelle campagne, nelle montagne oppure nelle regioni e nelle zone sottomesse alla dittatura.[4] Anche queste comunità hanno sviluppato una propria Lingua dei Segni! Per esempio, nella prima metà del XX secolo nel Nord Carolina una scuola per sordomuti Afro-Americana sviluppò una propria ed unica lingua, pur essendo isolata a causa della mancanza di risorse pedagogiche. È avvenuto varie volte nella storia, ha dichiarato Susan Burch, studiosa Americana e docente al Middlebury College. Allo stesso modo, la scuola per sordomuti in Nicaragua è sorta dal niente. Anche se la Lingua Americana dei Segni poteva essersi diffusa in Nicaragua dagli anni 80, così come nella vicina Costa Rica, dove si era mescolata ad una locale sorta negli anni 60, l’isolamento geo-politico del Nicaragua ha evitato che la Lingua Americana dei Segni entrasse nel paese, ha notato Shephard-Kegl; e questo non soltanto ha permesso la creazione indipendente di una Lingua dei Segni Nicaraguense, ma ne ha permesso la sopravvivenza.


Le lingue dei segni nel mondo (come quella Afro-Americana in uso a Raleigh) sono scomparse o cambiate in modo significativo, quando una di più ampio uso è stata inserita a pieno titolo nella regione. I linguisti denominano tale spargimento come “imperialismo linguistico” ed è un concetto con non poche controversie!


Alcuni linguisti avvertono che la “contaminazione” di una lingua locale da parte di una più dominante a livello globale risulta dalla “marginalizzazione” di una comunità nativa, perché le forme di comunicazione indigena vengono soppiantate da un qualcosa proveniente dall’esterno. Altri invece credono che quando arrivano lingue dominanti, gli indigeni se ne appropriano per mescolarle con altri linguaggi, già esistenti per creare una diversificazione della versione locale. Per i sordomuti costaricani, nati prima degli anni 60, ad esempio, la prima varietà linguistica d’uso era quella Costaricana dei Segni più antica. Quando poi arrivò la Lingua Americana dei Segni, dagli anni 60, la comunità Costaricana sordomuta se ne appropriò ed ebbe, come risultato, la nuova Lingua Costaricana dei Segni; della quale, circa il 60% deriva da quella Americana.


Nel Nicaragua, oggi, i cambiamenti nella tecnologia e nella comunicazione hanno condotto ad un uso maggiore della Lingua dei segni Americana nella comunità sordomuta. Anche se la Lingua dei segni Americana domina tuttora l’istruzione e la variante Nicaraguense, quest’ultima, nonostante fosse stata isolata dagli anni 80, è ancora esistente ed ha cominciato un processo di integrazione degli elementi della variante Americana. D’altronde come dice Shephard-Kegl: “le lingue, per natura, si prestano a vicenda. O fanno così oppure muoiono!”.

Per questo tutti i linguisti hanno imparato, studiando la Lingua Nicaraguense dei segni, che forse è vera l’esistenza di teorie controverse su di essa. Negli anni 60, Chomsky sostenne che i bambini nascono con una capacità di linguaggio e di apprendimento linguistico. Secondo Shephard-Kegl, invece, non si devono dar loro lezioni di grammatica perché, già di per sé, riescono a farlo badando al funzionamento del linguaggio; loro non sanno cosa in effetti sia una regola di grammatica, ma si aspettano soltanto che sia una regola e basta! Nella prima scuola per sordomuti di Managua non c’erano modelli, né guide specifiche per insegnare ai bambini, e di fatto sono stati loro a creare un linguaggio nuovo in un modo mai visto prima.

[1] Il Fronte Nazionale dei Sandinisti prende il nome dal proprio leader Augusto César Sandino ed è stato un partito di ispirazione socialdemocratica dominante in Nicaragua dal 1979 al 1990 svolgendo un ruolo di primo piano nell’occupazione militare in Nicaragua da parte degli USA.


[2] L’Oralismo designa proprio l’insegnamento della lingua ai sordomuti attraverso la lettura delle labbra.


[3] Tale dissertazione poneva il focus sul periodo in cui lei (Senghas) lavorò con Kegl, che ora è co-direttrice della scuola Nicaraguense per sordomuti ed è la moglie di Shephard-Kegl (NdT).


[4] Il termine in lingua originale è “Politically-charged”, e ho messo come significato “sottomesse alla dittatura” perché non avendo trovato una traduzione ufficiale per tale termine e avendo trovato sul dizionario che “charged” indica qualcosa in tensione o di teso, o di sottomesso, ho ritenuto giusto tradurre così. (NdT)


TRADUZIONE INGLESE>ITALIANO DELL'ARTICOLO:

How Deaf Children in Nicaragua Created a New Language.


fonte: https://www.atlasobscura.com/

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